Never ending man. Hayao Miyazaki: recensione

NEVER ENDING MAN. HAYAO MIYAZAKI

 

 

Recensione al film

 

ENTRANDO NELLA VITA E NEL LAVORO DEL GRANDE MAESTRO

 

 

"Kainós Magazine® Never ending man Hayao Miyazaki recensione"di Elisa Pedini

 

 

Arriva al cinema: “NEVER ENDING MAN. HAYAO MIYAZAKI”, domani, 14 novembre, data unica per l’Italia. Tutte le sale su: www.nexodigital.it.

Sotto la sapiente direzione di Kaku Arakawa, si realizza questo documentario, che è una finestra, discreta e affascinante, sulla vita, il pensiero e il lavoro del maestro indiscusso dell’animazione giapponese: Hayao Miyazaki.

Questa produzione ha la profondità e il ritmo d’uno “stream of consciousness” su pellicola. Decisamente bella.

Molti, i punti in cui le riflessioni e l’umanità di Miyazaki, mi hanno commossa. La sua decisione di ritirarsi, da cui ne è conseguita la chiusura dello Studio Ghibli, nato con e per il genio del Maestro, aprono il documentario.

«Tutto è nel passato – afferma il Maestro – la nostra epoca sta finendo. (…). Il tempo dei lungometraggi è finito»

L’immagine che esce di Miyazaki, è quella d’un uomo forte, stacanovista, perfezionista e anche estremamente esigente, come tutte le persone che non indulgono a sconti con loro stesse per prime, pretendendo sempre il massimo.

Infatti, si auto-definisce un divoratore di giovani talenti.

Fa sorridere, perché non è difficile comprendere la sua necessità di spingere al massimo i suoi collaboratori, quando, lui per primo, ha dato tutto se stesso «per evitare rimpianti».

«Disegno per divertimento» afferma, perché, oggi, a una mente, che corre e non si ferma, il suo corpo, non sta più dietro, si stanca.

Vederlo disegnare sotto l’occhio della telecamera, è incantevole.

Infatti, una caratteristica del suo lavoro e per conseguenza, di quello dello Studio Ghibli, era, proprio, il disegno a mano.

Tutti i lungometraggi sono stati creati così: disegnati e colorati a mano. Prima pensare, poi disegnare, per creare esseri umani completi: persone, che si muovono come persone.

Nella pacatezza di Hayao Miyazaki e nella saggezza dei suoi anni, tuttavia, non si può non cogliere il fuoco della passione, che non conosce né età, né stanchezza.

Così, per quel progetto rimasto incompiuto, per quel corto sul piccolo bruco Boro, l’attività e la creatività del Maestro Miyazaki non possono fermarsi. Per un perfezionista, lasciare qualcosa a metà, è un pensiero inaccettabile.

«…ci sono cose che vorrei creare; ma che sono difficili e non riuscirei mai a disegnare…»

È proprio all’interno di quest’affermazione che rientra il suo progetto di corto. Contro ogni aspettativa, Miyazaki, si rivolge alla CGI.

Proprio lui, che era sempre rifuggito dalle nuove tecnologie. Per quanto, il Maestro, resti affascinato dal mondo della computer grafica, la realizzazione del corto, si mostra ben più difficile del previsto.

«Devo disegnare per capire» dice, prendendo in mano la matita e cominciando a tracciare il suo disegno.

Ecco, su quest’affermazione, mi sono proprio commossa, perché ho potuto comprenderlo e sentirlo, fino in fondo. Nel mio piccolo mondo di nulla, scrivo direttamente a pc i miei articoli; ma, quando le idee non escono, quando le parole s’inceppano, per me, esiste una sola soluzione: foglio e penna. Nell’esatto istante in cui la biro tocca la pagina bianca, il cervello si sblocca.

Per questa ragione, nel vedere Miyazaki tenere in mano la sua matita, ho potuto quasi sentirne la consistenza. Sensazione magnifica.

A questo punto, lascio a voi la curiosità di scoprire cosa farà il Maestro con Boro, in “NEVER ENDING MAN. HAYAO MIYAZAKI”.

 

 

Gallery per gentile concessione Ufficio Stampa Nexodigital:

 

 

Approfondimenti:

NEVER ENDING MAN. HAYAO MIYAZAKI” – APPROFONDIMENTO: LA VITA

 

 

 

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