EDUCAZIONE INNOVATIVA: IL PERSONAGGIO: LA MUSICA: INTERVISTA A TRE GRANDI MAESTRI

LA MUSICA – INTERVISTA AI MAESTRI:

ANDREA BATTISTONI, RICCARDO FRIZZA E GIULIANO CARELLA

 

 

LA MUSICA, MAESTRA VIRTUOSA DI VITA, D’ARTE E D’AMORE, PRESENTATA DALLA VOCE DI TRE FRA I PIÙ GRANDI DIRETTORI D’ORCHESTRA

 

 

 

di Elisa Pedini

 

 

Per il quarto appuntamento della rubrica “Il personaggio” su «Kainós Magazine®» m’accingo a presentarvi, con non poca deferenza e riverenza, una grande protagonista del “Metodo Kainós®“: la Musica.

Fondamentale, per emozioni, ritmo, fonetica, dizione, prosodia, la Musica si mostra come ospite troppo imponente per essere presentata da me.

Dunque, grazie al magnifico e fondamentale supporto dell’Ufficio Stampa dell’Arena di Verona, luogo culto della musica lirica italiana, posso offrirvi l’opportunità di leggere la voce diretta di tre grandiosi Maestri, contemporaneamente: il Maestro Andrea Battistoni, il Maestro Riccardo Frizza ed il Maestro Giuliano Carella.

In questo contesto, considero la Musica sotto due aspetti fondamentali: l’orchestra e l’opera lirica.

La Musica è una “Signora”,  grandeggiante e maestosa, che, col suo bagaglio di storia e di virtù, giunge a noi, sempre foriera di emozioni forti.

Sicuramente, andare a vedere un’opera o ad ascoltare un concerto significa proiettarsi in una dimensione parallela, magica.

Che si sia al chiuso o all’aperto, al principiare della Musica, questo “mondo magico” si dipana e prende vita.

Sono le emozioni che fanno muovere tutto questo.

C’è una figura cardine nell’armonia con cui un’opera o un concerto prendono forma e vanno in scena.

Essa unifica e organizza ogni singolo aspetto, affinché, lo spettatore, possa ammirarne la meravigliosa completezza finale. Mi riferisco al Direttore d’Orchestra.

Si tende a non far molto caso a questa figura, ma senza di essa nulla di quello che avviene sul palco avrebbe vita. Un tempo questa figura era molto diversa. Il ruolo del Direttore, come lo conosciamo oggi, si è formato intorno al XIX secolo.

Ovviamente, esiste una partitura, che, sicuramente, è sacra, ma da sola non basta. Essa stessa ha bisogno che qualcuno la faccia vivere per dare l’incipit ai sogni. La stessa partitura, condotta da Direttori diversi, risulterà, ogni volta, diversa e questo perché, il punto di vista sul contenuto e l’interpretazione dell’impostazione generale del componimento musicale variano, da Direttore a Direttore.

È il Direttore d’Orchestra che interprete, dirige e unifica strumentisti, cantanti solisti e coristi.

Ora, lascio la parola ai Maestri: Battistoni, Carella e Frizza, perché, con le loro parole, ci diano testimonianza diretta su come, attraverso le loro mani e loro anime, danno, ogni volta, vita, alla magia dello spettacolo.

 

D: Quando vi ponete davanti ad un’orchestra quale impasto timbrico ricercate e producete? Quali sonorità prediligete?

AB: Parto sempre dalla partitura, dall’opera stessa. Cerco di trasmettere quello che il compositore voleva comunciare. Dallo studio delle strumentazioni, della struttura e della forma cerco d’esaltare il carisma, la brillantezza ed il virtuosismo.

GC: Approvo e sostengo quanto detto dal Maestro Battistoni, aggiungendo, per me, la ricerca della sincerità. Timbri puliti e chiari, che arrivino suadenti al cuore del pubblico. Cerco di trasmettere onestà e pulizia nella produzione.

RF: Quando mi accingo a preparare una partitura cerco di tratteggiare, con l’orchestra, le tinte e gli impasti che più si adattano al momento drammaturgico cui la musica richiama. Ovviamente, c’è sempre una tinta generale che si differenzia ogni singola volta. Ogni orchestra ha già un proprio suono specifico che va modellato e plasmato. Dobbiamo, comunque, tener presente, anche, lo spazio acustico dove si esegue l’opera. Naturalmente, non é la stessa cosa dirigere in Arena, per esempio, che in un teatro tradizionale. In Arena, per esempio, ricerco un suono più ricco di armonici, per compensare la mancanza di ritorno acustico.

 

D: Quali emozioni intendete maggiormente sollecitare nell’ascoltatore?

AB: Ovviamente, le emozioni che vanno cercate sono quelle dell’opera. Subentra, poi, la personalità del Direttore che influisce, poiché egli si fa catalizzatore di tutte le energie delle personalità attrici e le amalgama a suo modo. E’ una sintonia quasi medianica che si crea con l’orchestra, i cantanti ed il coro. Ogni musicista ed ogni cantante hanno le loro personalità e le loro energie. Sta al Direttore percepirle, unificarle ed esprimerle. Mi piace usare la metafora della “radio”, perché il Direttore diviene proprio come una radio, che capta tutte queste onde energetiche e le produce in un suono unico.

GC: Il modo diretto, con cui gli artisti si rivolgono al pubblico, è, per me, fondamentale. Far percepire le emozioni contenute nell’opera in modo schietto. Farle vivere con l’onestà, la pulizia dei sentimenti, attraverso il suono. Far sentire che la storia vive. Una continuità nel tempo. Offrire ogni volta al pubblico il rapporto che ha da anni con le opere. Il lavoro principale del Direttore è proprio con le emozioni e l’energia che ne scaturisce. Di solito, per spiegare il mio lavoro, uso l’esempio della lente prismatica, che riceve la luce da diverse parti per restituire un fascio di luce unico.

RF: Le emozioni sono quelle che il compositore vuole rievocare attraverso la musica. Sta, poi, nella sensibilità dell’ascoltatore recepirle. Ho sempre fiducia che la musica possa compiere il miracolo di creare emozioni in chi ne fruisce. A volte, succede che chi si approccia alla musica per la prima volta, colga in maniera più spontanea le emozioni che la musica suscita.

 

D: Rivolgendovi ad un pubblico di giovani che vanno all’opera o a un concerto per la prima volta, quali consigli d’ascolto dareste?

GC: Il binomio giovani e musica funziona bene. La musica è generosità, perché significa, soprattutto, “donare”. La musica insegna ad aprirsi, insegna a dare. Ricordo, un’esperienza che fu fatta con dei giovani “difficili” e la musica. I risultati furono eclatanti. Il mio consiglio è d’approcciarsi con animo aperto e pronto a ricevere ciò che la musica è pronta a dare.

AB: Condivido appieno quanto detto dal Maestro Carella. L’aspetto fondamentale della musica è proprio la generosità. Aggiungerei anche la sincerità di cui abbiamo già parlato.

RF: Per parte mia, suggerisco, anche, di prepararsi bene, leggendo il libretto, per esempio, se si tratta d’un’opera,  per poi lasciarsi trasportare dalla musica e dallo spettacolo e non dover cercare di capire lo svolgimento della trama, bensì poter già avere un livello più profondo di comprensione.

 

 

 

Rubrica “Il personaggio”: uscite precedenti

 

 

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