ANDIAMO DA DIO (gli dobbiamo parlare): recensione

ANDIAMO DA DIO

(gli dobbiamo parlare)

 

RECENSIONE ALLO SPETTACOLO

 

 

TRE GRANDI COMICI PER UN’IMPEGNATA COMMEDIA «DIVERTENTISTICA»

 

 

AL PACTA SALONE FINO AL 10 NOVEMBRE

 

 

 

di Elisa Pedini

 

 

 

In scena ANDIAMO DA DIO (Gli dobbiamo parlare) al PACTA Salone dei Teatri fino al 10 novembre.

Sul palco di quello che, a mio avviso, è il più vero «spazio teatrale» milanese, dove la potenza e l’interazione spettatore-attore giungono a livelli quasi materici, è in scena uno spettacolo veramente da non perdere.

Andiamo da Dio (gli dobbiamo parlare), per la regia di Giovanni Calò e liberamente ispirato a «Il caso Kugelmass» di Woddy Allen, si presenta come una commedia esilarante; ma di contenuti parecchio impegnati.

Tre grandi interpreti se la giocano sul palco: Margherita Antonelli, Claudio Batta e Giorgio Verduci, promettendo e mantenendo sonore risate.

Zarathustra, impersonato da Claudio Batta, è un angelo cui Dio ha tolto le ali e poi, lo ha piantato da solo sulla terra per trovare i nuovi Adamo ed Eva e dare vita a un mondo migliore.

A sua volta, Dio è un tubo a “L” giallo che, naturalmente, usa «Also spracht Zarathustra», poema sinfonico n.30 di Richard Strauss, per esprimere il suo pensiero.

Insomma, il nostro angelo «Za-Za» si presenta a Dio e al pubblico vestito con un’improbabile vestaglietta dorata e già dal suo ingresso, si comincia subito a ridere.

Dalle sue rimostranze comprendiamo che si sente solo; ma, forse, chiedere a Dio di mandare a fargli compagnia «San Remo così cantiamo qualche canzoncina», o «San Bitter, così happy hour tutti i giorni», non è proprio il modo migliore per farsi esaudire dal Signore.

Infatti, mentre il pubblico se la ride, è evidente che Dio non aprrezzi affatto.

Da cui, l’idea che Zarathustra esprime che si tratti più d’una punizione che d’un incarico, sorge anche al pubblico, mentre, ormai, è difficile contenere le lacrime dal ridere.

Però, nonostante il suo essere un angelo un po’ sui generis, «Za-Za» ce la mette tutta ad accompiere il suo incarico.

Certo, tra un «sensualoso», un «incapacista», un «possibiloso», un «avvocatismo» e l’altro, porta a sbottare pure il buon Lorenzo, magistralmente impersonato da Giorgio Verduci, che, nel suo essere uno sfigatone frustrato, che gira con un suv verde pisello, lo definisce, esasperato, un «mental trainer senza manco la quinta elementare».

Ovvio e più che meritato, lo scrosciare di risate e applausi da parte d’un pubblico in visibilio.

Che dire poi, di lei, Violante, splendida Margherita Antonelli in scena, avvocato delle cause perse, rompiscatole fino al midollo, nonché novella Eva, che a malapena scampa il rogo nel tentativo di salvare Giovanna d’Arco.

Lorenzo e Violante, novelli fondatori d’un nuovo mondo.

A vederli, pare proprio impossibile.

Tuttavia, l’uno è buono, sognatore e sensibile; l’altra, è coraggiosa, combattiva e corretta e «D’altronde – come ha ben da sottolineare Zarathustra a Dio – Adamo ed Eva non erano tutte ‘ste cime».

E anche qui, impossibile contenere le risate.

Andiamo da Dio (gli dobbiamo parlare) è senza ombra di dubbio una commedia esilarante; ma, come ho detto al principio, in verità, molto profonda.

Infatti, tanto Lorenzo, quanto Violante, viaggiano indietro nel tempo, attraverso l’armadio di «Za-Za» nel tentativo di cambiare il passato e quindi, trasformare il presente in un posto migliore.

Il risultato, sono solo ancora frustrazioni e delusioni.

Il potente messaggio che sottende tutta la commedia ce lo dice chiaro Zarathustra, rispondendo alle lamentele dei suoi prescelti: «Non vi piace il vostro mondo? Fatelo! (…) Andare nel passato per creare il presente; ma non funziona così».

In conclusione, fra risate a crepapelle, il messaggio arriva forte e chiaro: fantasia, passione e determinazione servono qui e ora, nel presente, per creare il migliore dei futuri.

Decisamente, uno spettacolo di pregio e da vedere.

 

 

 

Altre notizie da PACTA Salone:

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *