WERTHER al Filarmonico: recensione alla prima

MERITATO SUCCESSO

PER LA PRIMA DI

 

WERTHER

di Jules Massenet

 

AL TEATRO FILARMONICO DI VERONA

 

UN’OPERA SUBLIME

RESA PERFETTA DA UNA REGIA GENIALE

E UN CAST D’ESTREMA BRAVURA

 

 

di Elisa Pedini

 

 

Werther di Jules Massenet su libretto di Édouard Blau, Paul Milliet, Georges Hartmann, è un dramma lirico in quattro atti, tratto dal romanzo Die Leiden des jungen Werthers di Johann Wolfgang von Goethe.

Ora, oltre a essere una fanatica amante di Goethe, il Werther è una delle mie opere preferite, che considero un vero e proprio gioiello; ma ciò cui ho assistito ha

"Kainós® Magazine: Werther di Jules Massenet al Filarmonico di Verona - foto di scena: il foglio di carta"
Foto di scena: il foglio di carta – Ph by Kainós® Magazine

avuto veramente dello straordinario. Magia pura di regia e di virtuosismo artistico.

Nella cornice del nobile Teatro Filarmonico, come terzo titolo in cartellone della stagione, Werther va in scena per la regia di Stefano Vizioli e la scenografia di Emanuele Sinisi, che ho trovato entrambe geniali.

Questa recensione è relativa alla prima del 26 marzo 2023 che ha visto in scena un cast molto solido di alto pregio virtuosistico, con l’Orchestra di Fondazione Arena e il Coro di Voci Bianche A.LI.VE. diretti dal podio dal M° Francesco Pasqualetti.

In fondo all’articolo troverete le date delle repliche.

Senza ulteriori indugi, passo alla critica.

Innanzi tutto, regia e scenografia. Come premesso, magia pura!

Infatti, non solo assolutamente originali perché minimal; ma anche perché, secondo me, perfettamente evocative e suggestive creando, invero, un forte impatto visivo.

In particolare, le ho trovate squisitamente perfette per un drame lyrique come il Werther che ci porta in scena un testo profondo, complesso, introspettivo, impattante.

"Kainós® Magazine: Werther di Jules Massenet al Filarmonico di Verona - foto di scena: la sera"
Foto di scena: la sera – Ph by Kainós® Magazine

Infatti, proprio l’aver ridotto all’osso, tanto gli arredi, quanto le scenografie, quanto la gestualità dei cantanti, ha permesso di sfrondare il drame di qualsivoglia distrazione per il pubblico e consentendo così il detonare del testo e delle emozioni e dell’introspezione psicologica che animano e sostengono l’opera.

In verità, Vizioli spiega che questa produzione è nata in piena pandemia che ha obbligatoriamente vincolato il lavoro e forzato la mano su certe scelte e precisa: «(…) In questa regia abbiamo lavorato sulla sottrazione, spogliato il superfluo. Il cuore ne ha guadagnato. Con Emanuele Sinisi abbiamo immaginato un grande foglio bianco accartocciato in alto (…), un tentativo scenografico di rapportarsi allo stile epistolare della fonte originale tedesca. (…)».

A mia opinione, tentativo più che riuscito e obiettivo centrato.

Prova ne sia il fatto che si viene totalmente coinvolti e rapiti.

Prima di passare all’eccellente cast di questo Werther, mi piace sottolineare come quest’opera, composta nel 1887, sia tipico, sublime prodotto del tempo, ove il drame lyrique si mostra come la versione francese della profonda riforma wagneriana del teatro musicale.

Quindi, ritroviamo la tecnica del Leitmotiv, ma qui è utilizzata per creare l’atmosfera , che sostiene, coadiuva e accentua l’introspezione psicologica e la sfera emotiva.

Così, il canto è il fulcro del drame lyrique francese e si fa modalità d’interiorizzazione, mostrando difficoltà d’esecuzione d’un certo spessore.

Dunque, parto proprio dal protagonista principale, interpretato dal magnifico tenore Dmitri Korchak, che fa letteralmente sognare e travolge il pubblico, regalandoci un Werther vero, profondo, vibrante, vivo.

Impeccabile nel fraseggio, con la sua voce dal registro ampio e acuto, tono deciso e coloriture di pregio, già dall’Aria e Scena Je ne sais si je veille ou si je rêve encore! … O nature plein de grace fa innamorare il pubblico.

"Kainós® Magazine: Werther di Jules Massenet al Filarmonico di Verona - Vasilisa Berzhanskaya"
Vasilisa Berzhanskaya nel ruolo di Charlotte – Ph by Ennevi

Ma, l’apice è toccato col canto ossianico di Werther nel Duetto con Charlotte del III Atto Pourquoi me réveiller ô souffle du printemps?. Semplicemente, perfetto.

Il pubblico lo acclama e chiede a gran voce il bis, che viene concesso.

Il bis viene anche meglio della prima e il pubblico va in visibilio. Magia pura! Incantevole.

Non gli è da meno la favolosa mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya, nel ruolo di Charlotte, che ci dona un’interpretazione di pregio. Forte d’una voce dal registro ampio e dal timbro potente, ma sensuale e avvolgente, nonché ricca di sfumature di colore di notevole valore, oltre che d’un personale d’indubbie bellezza e classe, domina la scena con estrema naturalezza e travolge il pubblico.

Infatti, riesce perfettamente a rendere la personalità di Charlotte, troppo matura per essersi assunta responsabilità e ruolo non suoi; ma troppo immatura per poterli gestire e vivere la vita per ciò che è lei, finendo per non scegliere mai ed essere vissuta dalla vita di qualcun altro.

Ma, sono le Arie che aprono l’Atto III che Vasilisa porta veramente all’apice del sublime, meritandosi l’applauso e l’estremo entusiasmo del pubblico.

"Kainós® Magazine: Werther di Jules Massenet al Filarmonico di Verona - Gëzim Myshketa"
Gëzim Myshketa nel ruolo di Albert – Ph by Ennevi

Di fatto, entrambi assolutamente sublimi e nel Duetto finale, la commozione m’ha vinta.

Altrettanto straordinario è il baritono Gëzim Myshketa, nel ruolo di Albert, marito di Charlotte.

Con la sua voce profonda dal timbro caldo e brunito e il suo fraseggio chiaro e sicuro, riesce a trsmettere la personalità di quest’uomo d’affari, forte e sicuro, ma fragile e geloso  quando si tratta di sentimenti.

"Kainós® Magazine: Werther di Jules Massenet al Filarmonico di Verona - Yougjung Park"
Yougjung Park nel ruolo di Le Bailli – ph by Ennevi

Decisamente convincenti anche il baritono Yougjung Park, nel ruolo di Le Bailli, il borgomastro, padre di Charlotte, la maggiore dei suoi innumerevoli figli e i suoi due amici Schmidt e Johann, rispettivamente interpretati dal tenore Matteo Mezzaro e dal basso Gabriele Sagona.

A loro vengono affidate le scene divertenti e goliardiche che spezzano il pathos e il carico di emozioni e peso psicologico che il dramma porta in sé e ci riescono davvero bene.

Completano il cast una deliziosa Veronica Granatiero, soprano, nel ruolo di Sophie, sorella quindicenne di Charlotte.

Con la sua voce dal registro ampio e versatile e timbro squillante riesce a trasmettere tutta la freschezza e l’ingenuità di questa ragazzina.

Poi, il tenore Pierre Todorovitch e la mezzosoprano Maria Giuditta Guglielmi, al suo debutto al Filarmonico, rispettivamente nei ruoli di Brühlmann e la sua fidanzata Käthchen.

"Kainós® Magazine: Werther di Jules Massenet al Filarmonico di Verona - Veronica Granatiero"
Veronica Granatiero nel ruolo di Sophie – ph by Ennevi

Infine, una nota va alla direzione del Maestro Francesco Pasqualetti, pulita e grintosa, a mia opinione decisamente apprezzabile.

Per concludere, concedetemi d’indulgere su una nota su Verona, città che sapete essere da me molto amata e non solo perché è oggettivamente bella, ma soprattutto per le persone e per l’umanità profonda che vivo con loro ogni volta.

In effetti, non vi ho mai spiegato perché ami profondamente Verona e i veronesi.

Allora, domenica sono arrivata presto e me ne sono andata a spasso prima d’andanre a vedere il mio Werther e c’era anche un po’ di sole.

Così, ho mollato foulard e ombrello in macchina.

Tuttavia, uscita dal Teatro, fuori pioveva.

Insomma, diciamocela tutta, dopo una giornata fantastica e uno spettacolo sublime, proprio mi demoralizzava l’idea d’inzupparmi fino alle ossa.

Così, ho deciso di cercare nel cibo il conforto e mi sono fermata da Ostinati in Corso di Porta Nuova.

Appena entrata, sono stata accolta con grandissima cordialità, un’affabilità adorabile, una gentilezza disarmante. Fa bene al cuore!

Ho anche mangiato un toast straordinario, croccante e ben farcito come amo io e un cappuccino cremosissimo. Fa bene alla pancia!

Inoltre, venendo a sapere che dovevo recuperare l’auto ed ero senza ombrello, non hanno perso un solo istante e mi hanno aiutata.

Ecco, hanno fatto tornare il sole, quello più importante, quello che non tramonta mai: il sole dell’Anima!

Andate a Verona, andate a vedere Werther e mangiate: vi farà bene alla salute!

 

 

 

 

REPLICHE:

MERCOLEDÌ 29 MARZO 2023 ALLE 19:00

VENERDÌ 31 MARZO 2023 ALLE 20:00

DOMENICA 2 APRILE ALLE 15:30

 

 

 

 

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