“LA VIDEOTECA” – Rubrica di film selezionati da noi: «USTICA»

«LA VIDEOTECA»

ON DVD: «USTICA»

 

 

di Elisa Pedini

 

alt="Kainós Magazine® Videoteca Ustica di Renzo Martinelli"
Ph by Martinelli Film Company

 

“USTICA”, è il terzo appuntamento della rubrica quindicinale “La videoteca” su “Kainós Magazine®”.

Il cinema è cultura ed è importante avere una buona videoteca in casa. Per questa ragione, vado a proporvi dei film che, secondo me, hanno valore e spessore, sia da un punto di vista di prodotto cinematografico, che anche e soprattutto, per la tematica trattata.

“Ustica” è un film coinvolgente e struggente, che oltre a riallacciarsi a una spinosa tematica della nostra cronaca, va ad approfondire, dal punto di vista registico, l’intervista a Renzo Martinelli, da poco pubblicata nel nostro magazine per la rubrica: “Il personaggio“.

 

Uscita film: 31 marzo 2016

 

Regia: Renzo Martinelli

 

Fonti storiche:

È il 27 giugno del 1980.

Un velivolo Douglas DC-9 della compagnia aerea ITAVIA, parte dall’aeroporto di Bologna con quasi due ore di ritardo. Destinazione: Palermo. Visibilità ottima, viaggio tranquillo e regolare, aereo stabilizzato a 7600 metri in quota lungo la rotta assegnata: aerovia “AMBRA 13”.

L’ultimo contatto radio è con Roma controllo alle 20:56. Il comandante annuncia che non ci sono ritardi su Palermo e che pertanto il successivo contatto sarà con Raisi.

Poi, alle 20:59:45, all’improvviso, senza lanciare alcun segnale d’allarme, il volo IH870 scompare dai radar e non risponde più ai contatti.

Invano, la torre di controllo dell’aeroporto di Palermo, dov’era atteso per le 21:13, reitera le chiamate. Altrettanto fa Roma. Invano.

L’aereo DC-9 della compagnia ITAVIA è precipitato tra le isole di Ponza e Ustica, il punto “CONDOR”, inabissandosi nella cosiddetta “Fossa del Tirreno”, ove il fondale giunge a una profondità di oltre 3500 metri.

Vi muoiono 81 persone.

L’aereo è esploso in volo spaccandosi in due tronconi.

Sull’accaduto furono fatte diverse ipotesi, fra cui:

  1. cedimento strutturale, dando la colpa alla compagnia. L’ITAVIA era si in condizione di forte indebitamento e chiuse i battenti il dicembre dello stesso anno. Tuttavia, questa versione risultò da subito flebile e venne poi smentito che la causa fosse stata la cattiva manutenzione del velivolo;

  2. attentato terroristico, ovvero, una bomba a bordo, probabilmente, situata nella toilette in coda dell’aereo. È indubbio che, nel 1980, si fosse in piena guerra fredda e che l’ipotesi d’un attentato fosse plausibile. Ciononostante, pur trovando tracce d’esplosivo, i rilevamenti portarono altrove, in particolare, perché gli indizi non supportarono un’esplosione dall’interno;

  3. missile aria-aria, che, per errore, colpì l’aereo civile. Ma, anche qui, non furono mai ritrovati relitti d’un’arma simile. Sicuramente, l’attività aerea militare quel giorno era piuttosto intensa. Il DC-9 non volava solo. Un’intensa presenza di traffico aereo militare che, fra silenzi e smentite, venne, però, confermata dai tangibili ritrovamenti, che vennero alla luce anni dopo il tragico evento: tra il ’92 e il ’94

 

Cast: Caterina Murino, Lubna Azbal, Marco Leonardi, Federica Martinelli, Enrico Lo Verso, Tomas Arana, Paco Reconti, Yassine Fabel, Joe Capalbo, Jonis Bascir, Shelag Gallivan, Dani Samvis.

 

Fotografia: Blasco Giurato

 

«USTICA»: recensione al film

È proprio la terza versione che, il regista, Renzo Martinelli, prende in considerazione. Tre anni di lungo e meticoloso lavoro, a stretto contatto con due ingegneri aeronautici, durante i quali ha letto gli articoli pubblicati ai tempi della strage, recuperato perizie, raccolto testimonianze, studiato le 5000 pagine dell’istruttoria del magistrato Rosario Priore, considerata chiusa nel 1999, ove, peraltro, vengono totalmente escluse le cause per cedimento strutturale e per esplosione interna.

Nella crudezza degli avvenimenti, riportati con lucidità quasi cronachistica, ritroviamo il pulsare delle emozioni delle vite vissute.

Tra fiction e realtà si muovono, dunque, i protagonisti: il personaggio di Caterina Murino, Roberta Bellodi, è tratto da una persona esistente. Nella realtà, è un papà, che ha perso la sua bambina nella tragedia. Poiché, la sua piccola nuotava molto bene, lui s’è recato ogni giorno alla spiaggia, sperando di vederla tornare. Per tutela della sua privacy, ovviamente, il personaggio è stato cambiato. Il ruolo che interpreta Lubna Azbal, Valja, è totalmente inventato, serviva un testimone che andasse sul posto e vedesse cos’era accaduto. Il personaggio di Marco Leonardi, l’onorevole Corrado di Acquaformosa, è ugualmente di fantasia: serviva un uomo delle istituzioni che facesse da tramite tra Roma e il testimone.

Un film coinvolgente e di forte impatto emotivo, proprio perché magistralmente gestito tra fonti storiche e di cronaca e la spettacolarità, dovuta e necessaria, del cinema.

Mi piace sottolineare, perché io per prima me lo sono domandato, guardando il film, che il messaggio ritrovato è reale. Relativamente a tale ritrovamento, Renzo Martinelli dice:

«Il messaggio è vero e nasce dagli atti dell’istruttoria. Rosario Priore mette agli atti che venne ritrovata una carta aeronautica, tutta bruciacchiata, sulla quale si trovava un messaggio in arabo. Sempre agli atti viene riportata la convocazione d’un siriano nell’ufficio del generale Zeno Tascio (all’epoca dei fatti a capo del SIOS, i servizi segreti dell’aeronautica militare italiana, articoli reperibili on line n.d.r.) proprio per tradurre questo messaggio. Le parole che riporto nel film sono quelle degli atti. Il messaggio andò perduto. Infatti, all’estero, il film uscirà col titolo “The missing paper” proprio perché, per il pubblico non-italiano, parlare di Ustica non avrebbe senso».

Ustica è un film d’impatto piuttosto forte che spinge a farsi domande, ad andare oltre la fiction. Vi trascinerà dentro una delle realtà più oscure della storia italiana.

Tutto, all’interno d’una cornice da favola di una fotografia che ci regala i panorami d’una natura straordinaria che vi commuoverà. Le riprese sono tutte reali: del mare, delle montagne, delle nuvole e dei paesaggi. La sensazione è quella di starci proprio dentro.

Inoltre, le scene di volo mi hanno particolarmente presa. Sono tutte fatte dentro aerei veri, incluso un vero MIG-23. Le riprese in soggettiva danno allo spettatore gli occhi del pilota. Un coinvolgimento totale. Ho quasi potuto sentire la pressione della gravità. Una regia che, veramente, cura tutto, nei minimi dettagli.

In più, il sonoro, avvolgente e totalizzante, gioca la sua parte nel dare il senso della verosimiglianza. In particolare, i suoni seguono, esattamente, quello che avviene nella scena che lo spettatore sta guardando.

 

 

Gallery by Martinelli Film Company:

 

 

Trailer by Martinelli film Company:

 

 

Rubrica “La videoteca”: uscite precedenti

 

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