“LA VIDEOTECA” – Rubrica di film selezionati da noi: «IL MURO DI GOMMA»

«LA VIDEOTECA»

ON DVD: «IL MURO DI GOMMA»

 

 

 

di Elisa Pedini

 

 

“IL MURO DI GOMMA”, è il film protagonista dell’ultimo appuntamento per questo Anno Accademico della rubrica “La videoteca” su “Kainós Magazine®”.

Il cinema è cultura ed è importante avere una buona videoteca in casa. Per questa ragione, vado a proporvi dei film che, secondo me, hanno valore e spessore, sia da un punto di vista di prodotto cinematografico, che, anche e soprattutto, per la tematica trattata.

Il muro di gomma” è un film d’inchiesta, intelligente, coinvolgente, che si riallaccia a un drammatico evento della nostra cronaca, che abbiamo già trattato, ovvero: la strage di Ustica.

A mio avviso, per non dimenticare e per dare un quadro completo della vicenda, non si poteva tralasciare “Il muro di gomma”, una perla cinematografica.

Inoltre, non si può capire il presente, senza avere cognizione del passato.

Seppur io resti profondamente convinta che il miglior modo per essere consapevoli, sia studiare; il buon cinema può essere, comunque, un ottimo ausilio.

Infatti, “Il muro di gomma” è stato prodotto sui fatti e sulla cronaca “a caldo” dei primi interrogatori ufficiali sulla drammatica vicenda.

A tal riguardo, il regista, Marco Risi, segue con pedissequa fedeltà, gli sviluppi dell’inchiesta da quel drammatico 27 giugno 1980 fino alle incriminazioni del 1990, riportati attraverso gli occhi e il lavoro d’un giornalista d’inchiesta, reale: Andrea Purgatori, che, personalmente, seguì il soggetto del film (che gli è valso il Nastro d’argento per il miglior soggetto nel 1992).

Infine, proporre “Il muro di gomma”, che è e resta una pietra miliare della cinematografia, mi consente di rendere omaggio a un grande attore e regista, purtroppo, prematuramente scomparso nel 2010: Corso Salani.

 

 

Uscita film: 1991

 

 

Regia: Marco Risi

 

 

Fonti storiche:

Strage di Ustica: 27 giugno 1980.

 

Cast: Corso Salani, Angela Finocchiaro, Antonello Fassari, Ivano Marescotti, Sergio Fiorentini, Luigi Montini, Bruno Vetti, Gianfranco Barra, Elena Miglio, Benito Artesi, David Zard, Susan Duncan Smith, Guido Alberto Arangio Ruiz, Ivo Garrani.

 

 

«IL MURO DI GOMMA»: recensione al film

Marco Risi ci descrive la cronaca d’un evento tragico e non esita a farlo, sin dalle prime scene, in modo molto chiaro e diretto.

Il DC9 IH870 dell’Itavia sparisce dai radar.

A Palermo, familiari e amici aspettano quel volo, aspettano i loro cari. È notte ormai.

Dopo ore di disperata attesa, d’un aereo che non arriva e di cui nulla si sa, viene data la notizia che il volo deve considerarsi disperso e viene letta la lista degli imbarcati. Tutti.

"Kainós Magazine® La Videoteca rubrica cinematografica: Il muro di gomma"
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Mentre il tragico appello si svolge, scorrono i titoli di testa.

Nel frattempo, Rocco Ferrante (Corso Salani), redattore del Corriere della Sera di Roma, è a casa alle prese con un pezzo da scrivere e le paranoie della sua ragazza.

È in questo momento che riceve la telefonata d’una sua fonte all’interno dell’aeronautica militare che gli domanda se ha saputo del DC9 tirato giù con un missile.

Rocco si reca subito in redazione, dove c’è già fermento, per quello che sembra solo un tragico incidente.

Da qui, la tensione dell’inchiesta giornalistica, non molla più lo spettatore, fino all’ultima scena, sotto una pioggia scrosciante.

Il mattino dopo, 28 giugno 1980, si parla di salme e di relitti sparsi in un raggio di 40km.

Non si sa cosa sia accaduto, ma gli addetti ai lavori dicono che l’aereo, seppur vecchio, andava benissimo. Gli stessi sindacati sostengono che il velivolo non possa essere venuto giù così, senza neppure aver lanciato un may-day.

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Quindi, Rocco si reca a Palermo, dove all’Istituto di medicina legale dell’Università di Palermo sono state portate le prime salme recuperate. Trenta in tutto. I familiari sono stati chiamati per i riconoscimenti.

«Sono corpi…sono pezzi di corpi» commenta Giannina (Angela Finocchiaro) a Rocco.

Di rientro a Roma, Rocco va dalla sua fonte, il quale, però, nega tutto.

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Il governo non agisce.

Il Portavoce dello Stato maggiore nega tanto le esercitazioni, quanto il missile, avvalorando con fermezza l’ipotesi del cedimento strutturale.

L’Ambasciata americana si chiude a riccio.

Rocco non si ferma.

Il 20 luglio giunge la notizia del ritrovamento d’un Mig libico precipitato sulla Sila due giorni prima.

Il magistrato incaricato non sa nulla: ha chiesto i tracciati dei radar, ma non gli sono stati consegnati; ha chiesto il recupero del relitto, ma nulla s’è mosso e le autopsie dei resti dei corpi saranno fatte in Inghilterra.

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Rocco non ci pensa su e va nel Kent.

Impossibilitato ad avvicinare la troupe di esperti che lavora alle autopsie, intercetta uno dei professori in un pub. «Sono qui in vacanza a spese mie (…) Non le farò nessuna domanda, le faccia lei a me (…)» dice Rocco al professore. Tra mezze frasi, si delinea sempre più chiaramente che il missile sia una tesi in via di dimostrazione e non più solo un’ipotesi.

Rientrato a Roma, Rocco riceve in redazione la visita dell’avvocato Giordani che vuole rappresentare le famiglie delle vittime in una causa civile e gli chiede aiuto per preparare il caso.

Fra mille versioni diverse, fra mille ostacoli, Rocco procede con la sua inchiesta. Cominciano le telefonate anonime, la sua macchina viene forzata, i suoi telefoni messi sotto controllo.

«L’avranno pure pubblicato in sesta pagina, però qualcuno l’ha letto» commenta Rocco, con la fidanzata, relativamente al suo articolo.

Nel frattempo, Rocco riceve in redazione uno strano tracciato di cui non ne comprende il significato.

Inverno 1982. Rocco va a Londra, alla BBC. La sua amica Rebecca è entrata in possesso d’un video esclusivo su un’analisi ufficiale compiuta da periti americani sulle rotte e sulle velocità dei velivoli presenti quella notte del 27 giugno. L’esperto americano dimostra la presenza d’un caccia che avrebbe lanciato un missile, intercettando il DC9.

Il tracciato delle rotte è esattamente quello che Rocco aveva ricevuto.

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Rientrato in Italia, il giornale decide d’uscire con quattro colonne in prima pagina. Rocco cerca il Capo di Stato Maggiore per avere i suoi commenti prima della pubblicazione, ma questi si fa negare. Scopre dove si trova e si reca al ristorante.

Buffa, o patetica, l’immagine di questa tavolata di vegliardi, dove il generale è impegnato in un’esibizione, molto convinta, da parte sua, ma di fatto grottesca, visto che sbaglia pure le parole, d’una delle più famose arie della Turandot: il “Nessun dorma”. Un colpo di genio veramente significativo da parte di Risi.

Rocco mostra il giornale fresco di stampa che sarà in edicola il mattino. L’aeronautica nega tutto.

Tuttavia, mettendo ordine sulla sua scrivania, Rocco ritrova casualmente una rivista. Un articolo riporta di un’immensa esercitazione militare nello stretto di Sicilia, avvenuta il 18 e il 19 luglio. Supposto giorno della caduta del MIG libico.

A questo punto, appare piuttosto difficile che esso fosse riuscito a penetrare con un tale schieramento di forze.

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Quindi, Rocco vola a Castelsilano e parla col medico legale, autore dell’autopsia sul pilota libico.

Ne consegue la scoperta che al medico era stato chiesto di confermare la morte il 18 luglio, ma, in realtà, il corpo era in avanzato stato di decomposizione e quindi era morto almeno tre settimane prima. Nonostante fosse stata presentata in Procura la ritrattazione della prima perizia, tutto era stato messo a tacere.

Tra depistaggi, sparizioni di tracciati radar, distruzione di registri e sottrazione di prove, finalmente, si recupera il relitto.

È il 1987. Rocco è speranzoso che, a questo punto, esca la verità.

«E se qualcuno ci fosse già stato giù? (…) Indaghi (…) Faccia il suo mestiere!» questo riportano le fonti a Rocco.

Infatti, il recupero del DC9 viene affidato a una ditta di Marsiglia, che lavora per i servizi segreti francesi. La scatola nera non viene ritrovata.

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Nel mentre, il professore che Rocco ha incontrato nel Kent, gli consegna la perizia finale perché venga pubblicata. Teme altri insabbiamenti. L’articolo esce.

In conferenza stampa alla presenza del Ministro della Difesa, del Portavoce dello Stato Maggiore e del Capo di Stato Maggiore, le informazioni divulgate dalla stampa vengono definite illazioni, diffamazioni.

In un crollo di nervi il Capo di Stato Maggiore afferma: «(…)noi siamo solo testimoni». Affermazione pesante da fare davanti a una pletora di giornalisti.

Seguiranno le prime incriminazioni di 23 militari in servizio la notte del 27 giugno.

Nell’89, uno dei marescialli in servizio alla torre di controllo di Marsala, affermerà d’aver visto precipitare il DC9, vedendone scadere la traccia sul radar fino a scomparire.

Solo nella primavera del 1990 la Commissione Stragi comincerà gli interrogatori.

Sotto una pioggia battente, Rocco detta il suo pezzo da una cabina. «(…) fuori da questo palazzo, dove lo Stato interroga lo Stato (…)», la verità sembrava più vicina, ma, purtroppo, a oggi, è ancora lontana.

 

 

 

Gallery by Academic Library “Kainós Academy®”:

 

 

 

Rubrica “La videoteca”: uscite precedenti

 

 

 

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