SALVADOR DALÌ ARRIVA AL CINEMA

Redazione Kainós Magazine: COMUNICATO STAMPA Nexodigital

 

 

È L’ARTISTA CHE HA FATTO DI SÉ UN’OPERA D’ARTE

 

PER LA PRIMA VOLTA ARRIVA AL CINEMA

SALVADOR DALÍ

LA RICERCA DELL’IMMORTALITÀ

 

La Grande Arte al Cinema inaugura il nuovo cartellone del 2018 

e celebra l’anniversario della morte di uno degli artisti più fantasiosi, irruenti, imprevedibili del ‘900, esplorandone la vita, le opere, i luoghi

 

SOLO IL 24, 25, 26 SETTEMBRE

 

 

Una stagione, quella appena trascorsa della Grande Arte al Cinema, che ha visto appassionarsi 650 mila spettatori e gremire 350 sale cinematografiche di tutta Italia.

Una passione mossa dalla volontà di conoscere i musei più importanti del mondo, scoprire gli artisti più eclettici, visitare mostre uniche.

"Kainós Magazine_Salvador Dalì La ricerca dell'immortalità_CS"
Ph by US Nexodigital

Così, a inaugurare il nuovo calendario di eventi cinematografici, arriva nelle sale italiane il film evento Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità, in programma il 24, 25, 26 settembre.

 Quest’apertura speciale della Grande Arte al Cinema è volta a celebrare il prossimo anniversario – che cadrà a inizio 2019 – dei 30 anni dalla morte di uno degli artisti più fantasiosi, irruenti e imprevedibili del ‘900: Salvador Dalí (1904-1989).

Il film evento restituisce infatti agli spettatori l’opportunità di spingersi oltre al personaggio, quell’opera d’arte vivente che Dalí stesso fu in grado di costruire, per conoscere da vicino il pittore e l’uomo, così come gli spazi da lui ideati che hanno contribuito a plasmare la sua immortalità, l’immortalità di un genio.

"Kainós Magazine_Salvador Dalì La ricerca dell'immortalità_CS"
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 Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità propone un viaggio esaustivo attraverso la vita e l’opera di Salvador Dalí, e anche di Gala, sua musa e collaboratrice.

Il regista David Pujol ci guida, assieme a Montse Aguer Teixidor, Direttrice del Museo Dalí, e Jordi Artigas, Coordinatore delle Case Museo Dalí, in un percorso che ha inizio nel 1929, anno cruciale per l’artista sia dal punto di vista professionale che personale, fino alla morte di Dalí, nel 1989.

È nel 1929, infatti, che l’artista si unisce al gruppo surrealista, suscitando le ire di un padre che non accetta un cambiamento così radicale e tenta di allontanarlo da Cadaqués, luogo dove Dalí trascorre le estati soleggiate con la famiglia prima della rottura.

Nello stesso anno l’artista incontra Gala, l’amore intenso di una vita, una donna che comprende il suo talento e le sue ossessioni, una musa che lo ispira e con cui sperimenta piaceri e divertimenti, ma che allo stesso tempo sa riportarlo alla realtà e gli restituisce l’equilibrio necessario.

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 Percorrendo vicende non scontate, si attraversano intere geografie vitali: l’adorata casa a Portlligat, l’officina casalinga che, dalle finestre che si ingrandiscono con i progressivi ampliamenti dell’edificio, accoglie tutti i colori della Catalogna e i paesaggi tipici delle opere Dalí.

In origine una cella di soli 22 metri quadri, proprietà di Lidia, una figura paesana che con la sua “follia plastica” e “cerebro paranoica” influenzò spiritualmente l’artista: un piccolo nido appena sufficiente per due che negli anni si trasforma in un’enorme casa studio circondata da uliveti, frequentata da artisti, personaggi pubblici e giornalisti.

In questo viaggio tra luoghi, emozioni e arte, non può mancare Figueres, la città natale dove l’artista crea il museo-teatro Dalí, il suo testamento artistico.

Proprio qui, nella Torre Galatea, Dalí decide di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in una dimensione più intima con studi volti a comprendere il caos e a carpire l’agognato segreto dell’immortalità.

Púbol rimane luogo immacolato per Dalí, castello donato all’amata Gala, simbolo di un amor cortese pensato per restituirle una desiderata dimensione intima che a Portlligat si era persa, tornando a un corteggiamento quasi antico.

Un luogo dove l’artista accede solo su invito scritto della stessa Gala.

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 Ma sono anche la Parigi surrealista di Un Chien Andalou, prodotto e interpretato da Dalí e da Luis Buñuel, e la New York moderna e simbolo di speranza e risurrezione, ad essere protagoniste di Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità, un film evento capace di farci penetrare nell’animo creativo, geniale, tormentato, di colui che secondo il regista Alfred Hitchcock era “il miglior uomo in grado di rappresentare i sogni” e replicare il mondo del subconscio.

 Un tour delle sue creazioni, la contemplazione della sua vita così intrecciata a quella di Gala, immagini e documenti, alcuni dei quali completamente inediti, avvicinano lo spettatore a un genio unico nella storia dell’arte.

Un pittore che ha fatto di se stesso una straordinaria ed eccentrica opera, capace di assicurargli un posto tra i grandi maestri e nel mito e di regalargli quell’immortalità che ha cercato per tutta la vita.

Messo allo specchio, appena nato, con la morte di un fratello che si è sempre sentito di dover riscattare e che lo ha spinto, così dichiara l’artista, a eccedere sempre nel corso della vita.

 

 

 

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