LEZIONI DI MUSICA: LE VARIAZIONI GOLDBERG

Rubrica a cura di: Prof. Riccardo Scharf

Docente presso il Dipartimento di Musica e il Dipartimento di studi classici  

LEZIONI DI MUSICA: LE VARIAZIONI GOLDBERG

GOLBERG, BACH E LA MUSICA BAROCCA

 

 

 

Uno dei miei corsi è “Canto rinascimentale e barocco” ed è proprio dentro a una di queste lezioni che voglio portarvi stavolta e a come nacque quell’opera maestosa per clavicembalo di Bach, nota come: le Variazioni Goldberg.

Immaginate. Era il 1740 circa, una notte d’estate e …

… niente da fare, non c’era proprio niente da fare.

Era un altro di quei maledetti periodi in cui Hermann non riusciva a prendere sonno.

Si aggirava per il palazzo avvolto nel silenzio più assoluto.

D’inverno, la cosa, quando capitava, era sopportabile, ma d’estate no.

Gli sembrava di impazzire.

Allora, andava giù nelle cantine a controllare le botti di birra e i sacchi di grano.

Poi, rileggeva i registri della casa e poi in biblioteca a leggere, o ancora si perdeva nella contemplazione del cielo stellato.

Ma, tutto questo era di una noia mortale.

Talvolta, aveva anche provato ad intrufolarsi nelle stanze della contessa Agata.

Tuttavia, quella donna, fredda e austera e con una preferenza spiccata per la preghiera e l’ascetismo, lo aveva cacciato in malo modo.

Forse, avrebbe fatto meglio ad andare in un monastero, anziché sposarlo e mettere al mondo tre figli.

Recentemente, aveva assoldato un ragazzino talentuoso, Johann Goldberg, che era in grado di suonare qualsiasi cosa.

E allora gli aveva chiesto di interpretare per lui tutti i grandi classici fino alla musica moderna.

Tant’è che lo mandava anche a scuola da quell’organista che era sulla bocca di tutti, quello con un mare di figli e la faccia rubizza, gli occhi intelligenti e la parrucca sempre disordinata.

Così, anche quella sera, si decise ad andare a svegliare Goldberg e al solito la richiesta fu: “Suonami qualcosa di bello”.

Il povero Johann non sapeva più che fare: aveva suonato tutti i classici, gli italiani, le arie di Monteverdi e persino qualche cosa di inventato al momento.

Poi, gli venne un’idea: prese l’ultimo esercizio di tastiera che il maestro gli aveva dato da fare per il giorno dopo e lo lesse al contrario, invertendo le mani.

Il conte, che di solito se ne stava sprofondato in una poltrona, con un buon bicchiere di liquore tra le dita, saltò su, come elettrizzato appena Johann terminò di suonare.

Che cosa hai fatto?”

Non volevo signor conte – balbettò Johann terrorizzato– le suono L’Orfeo?” non aveva mai visto il conte von Keyserling così e ne era spaventato.

Dove hai preso questo pezzo?” chiese il conte con aria quasi minacciosa.

Me lo ha dato Bach” riuscì a sussurrare Johann, ormai, completamente avvolto dalla paura di essersi giocato per sempre la sua carriera e il suo vitalizio.

Quella notte, il conte Reichsgraf von Keyserling non dormì più, ma per l’eccitazione.

Il giorno dopo, si recò personalmente dal grande Johann Sebastian Bach per commissionargli un’opera che riportasse il motivo che lo aveva incantato quella notte.

Ma, quando arrivò dal maestro e gli canticchiò l’aria che aveva ascoltato dal suo allievo, questi bofonchiò che non sembrava roba sua, ma ci avrebbe comunque pensato.

Bach non aveva certo intenzione di far percuotere il suo promettente allievo e magari perdere la sua lezione che gli fruttava uno zloty ogni volta.

Così, si risolse a chiedere direttamente a Goldberg, quando lo avesse visto.

Appena il ragazzo gli raccontò cosa era successo, il maestro scoppiò in una fragorosa risata e si mise al lavoro su quel “tema” creato in maniera così fortuita.

Le variazioni Goldberg, cioè l’aria iniziale in stile di Sarabanda con basso ostinato e 30 Variazioni sul modello della Ciaccona e con ripresa finale dell’Aria, fruttarono a Bach addirittura una coppa piena di Luigi d’oro che significava cibo e vestiti caldi per tutti i suoi numerosissimi figli ed un bel cappello nuovo per lui.

Sono passati quasi 300 anni e le variazioni continuano a stupire e a colpire.

La loro precisione compositiva rimane un pilastro della musica barocca.

Infine, la tecnica musicale del maestro Bach, tanto si incrocia con la matematica, che la Nasa ha scelto proprio le variazioni, in un’incisione di Glenn Gould, come brano da incidere sul Voyager Golden Record come messaggio per le intelligenze aliene.

 

 

 

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