Umberto Mariani. Frammenti da Bisanzio: recensione mostra

Umberto Mariani.

Frammenti da Bisanzio. Atto III

In dialogo con le icone russe della Collezione Intesa Sanpaolo

 

 

 

 

PRESENTATA STASERA ALLA STAMPA LA MOSTRA PERSONALE DI UMBERTO MARIANI,

VISITABILE DA DOMANI 22 GENNAIO FINO AL 3 MARZO 2020

PRESSO LE GALLERIE D’ITALIA A MILANO

 

 

 

 

di Elisa Pedini

 

 

Presentata stasera in press preview la mostra di Umberto Mariani Frammenti da Bisanzio. Atto III, ospitata nella splendida Sala delle Colonne alle Gallerie d’Italia, sede museale d’Intesa Sanpaolo, in Piazza Scala a Milano.

"Kainós Magazine Umberto Mariani frammenti da Bisanzio recensione mostra"
Michele Coppola, Umberto Mariani e Francesco Tedeschi – press preview – ph by Kainós Academy®

Lo spazio espositivo è da qualche anno dedicato a mostre-dossier che approfondiscono le più significative espressioni artistiche del contemporaneo, aprendo un dialogo tra il passato e il presente, incarnazione stessa della storia dell’uomo.

Proprio sui concetti d’evoluzione e della storia come massimo comun denominatore ha insistito Michele Coppola, Direttore Arte, Cultura e Beni Storici Intesa Sanpaolo, che ci ha introdotto la mostra:

«Questa mostra è evoluzione (…) che per Intesa significa evoluzione continua di trasformazione anche di luoghi di lavoro in museo. (…)

Lo spazio agli artisti viventi ci consente di dare voce a ciò che hanno da dire. (…)

Con questa mostra s’intende evidenziare il dialogo della storia e dell’arte tra passato e presente e il significato internazionale che esso ha.

Infatti, il “terzo atto” è qui a Milano, dopo essere stata all’Ermitage di San Pietroburgo. (…)

Inoltre, ci consente di portare un pezzo delle Gallerie d’Italia di Vicenza a Milano con le icone russe. (…)

La storia che ci accomuna tutti, come l’amore per la cultura e l’arte».

"Kainós Magazine® Umberto Mariani frammenti da Bisanzio recensione mostra"
Michele Coppola, Umberto Mariani e Francesco Tedeschi – press preview – ph by Kainós Academy®

Il curatore, Francesco Tedeschi precisa:

«La mostra fu pensata nel 2016. In realtà, oggi, è il momento giusto: perché porta a compimento il desiderio di confronto dell’artista con l’arte bizantina e con la storia dell’arte. (…)

Ciò perché lo scopo è evidenziare la natura che si trasforma. Evidenziare il panneggio, elemento caratterizzante di presentare l’opera d’arte tanto nell’arte bizantina, ma anche in quella barocca e rinascimentale.

Terzo atto perché il primo progetto espostitivo è stato realizzato a Ravenna e trasferito poi a  Roma, quindi, la seconda tappa a San Pietroburgo. (…)

Importanza fondamentale per questa mostra la collezione di icone russe che Intesa custodisce a Vicenza. (…)

Atto III indica anche il suo rapporto con la teatralità, non tanto come messa in scena quanto, puttosto, come cornice.

La scelta di alcune icone è stata pensata in rapporto con le forme, la materia, il colore; ma l’accostamento ha reso possibile il rilevare come le opere siano congiunte per altri particolari, come, per esempio, il movimento».

L’artista Umberto Mariani, dichiara:

«Da qualche anno sto portando in giro una sorta di utopia mia. (…)

Spero di essere una piccola molecola del mondo dell’arte in cui si riporta un po’ di spiritualità, superando la superficialità e spesso il vuoto che sta caratterizzando la moda di certe mostre contemporanee. (…)

Considerare la bottiglia d’una nota bibita un’opera d’arte è inaccettabile. (…)

L’arte non è un prodotto da supermercato. L’arte è spiritualità».

L’esposizione di Umberto Mariani Frammenti da Bisanzio. Atto III si dipana in 14 opere dell’artista messe a confronto con un nucleo di cinque icone, comprese tra il XVII e il XIX secolo, selezionate dalla collezione d’Intesa Sanpaolo custodita alle Gallerie d’Italia di Vicenza.

In un’atmosfera di forte impatto visivo ed emotivo, dove i colori, i materiali e i drappeggi portano l’osservatore in un altrove dove la forma sublima in movimento e la figura si cela per rivelarsi in una nuova icona. Questo, almeno, è ciò che ha evocato in me l’esposizione.

In particolare, ad attirare la mia attenzione sono stati due accostamenti precisi.

"Kainós Magazine® Umberto Mariani frammenti da Bisanzio recensione mostra"
A sx: Madre di Dio del roveto ardente, Russia centrale, XVIII secolo, tempera su tavola – Collezione Intesa Sanpaolo. A dx: Umberto Mariani, La forma celata (7-02), 2019, vinilico, sabbia, foglia d’oro su lamina di piombo – Collezione Umberto Mariani – Ph by Kainós Academy®

Istintivamente, da lontano, la mia attenzione è stata subito rapita dall’opera La forma celata 7-02 contrapposta all’icona Madre di Dio del roveto ardente.

La visuale che ne avevo era piuttosto obliqua inizialmente e il gran numero di presenti non consentiva di comprendere appieno.

Qualcosa di magnetico mi attirava verso quel nucleo preciso. Non so dirvi cosa, forse il colore, o quell’aprirsi della forma quasi come ali.

Di fatto, mi sono avvicinata, cercando una posizione più centrale.

Ero fermamente convinta che i drappeggi che vedevo fossero tessuto.

Ph by Kainós Academy®

Quando ho ottenuto una visuale migliore, ho constatato che quel movimento, sublime e leggero, era completamente riprodotto “plissettando” il vinile.

Allora, ho sostato a lungo, fissando quel gioco magico dove, appunto, la figura iconica si trasforma in una realtà altra, in una nuova icona.

Da lì, ho girato in senso antiorario e di nuovo ho sentito il bisogno di fermarmi di fronte a un’altra opera Teorema: grazioso e antigrazioso, acrilico e olio su tela del 1977, anch’essa proveniente dalla Collezione d’Intesa Sanpaolo.

Credo sia l’opera più grossa nella mostra Umberto Mariani Frammenti da Bisanzio. Atto III e ha un fascino strano, quasi ipnotico. Non mi ha coinvolta a livello emotivo come la precedente. Tuttavia, v’invito a fissarla.

"Kainós Magazine® Umberto Mariani frammenti da Bisanzio recensione mostra"
A sx: Umberto Mariani, La forma celata (6-342), 2019, vinilico e sabbia su lamina di piombo – Collezione Umberto Mariani. A dx: Evangelista Luca, da una Deesis, Regione del Volga, metà del XVIII secolo, tempera su tavola – Collezione Intesa Sanpaolo – Ph by Kainós Academy®

Il secondo accostamento che m’ha rapita è stato La forma celata 6-342 e l’icona dell’Evengelista Luca.

Anche qui, a colpirmi è stato il drappeggio del vinilico che ai miei occhi assumeva esattamente la forma e il movimento della veste sul corpo del santo.

In quel segno geometrico, ho rivisto il suo braccio e di nuovo la sensazione d’una figura che solo apparentemente si cela, per svelarsi soltanto in una dimensione diversa.

Inoltre, il movimento di quel corpo, fasciato dal tessuto, che rivive, quasi in un particolare dell’icona stessa, “plissettato” sul vinile.

Ecco, in questo ritrovo appieno il concetto di evoluzione non solo dell’arte, della storia; ma anche del segno grafico, come espressione stessa della mente umana.

Una mostra che rapisce, che porta a fermarsi e osservare, che invita a farsi trasportare in un altrove immaginario, ma reale. Il passato nel presente e viceversa.

La mostra Umberto Mariani Frammenti da Bisanzio. Atto III sarà visitabile da domani 22 gennaio fino al 3 marzo, da martedì a domenica dalle 9:30 alle 19:30 e il giovedì dalle 9:30 alle 22:30. Ultimo ingresso fino a un’ora prima della chiusura.

 

 

 

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